Sergio Fracalanza
Massanzago, 4 luglio 1924 – Ponte di Brenta, 28 aprile 1945
Figlio di Biagio e Cecilia Guidolin, Sergio nacque a Zeminiana di Massanzago il 4 luglio 1924. Sul modulo di iscrizione (datato 20.11.1943) al I anno di Medicina e Chirurgia (matricola 83/40), per l’Anno Accademico 1943-1944, la famiglia risultava residente in via Padovane 49 a Massanzago.
Il padre di Sergio, che all’epoca aveva 58 anni, aveva la licenza della scuola elementare ed era un “industriale”. Anche la madre, di 50 anni, aveva la licenza elementare ed era casalinga. Sergio aveva 6 fratelli laureati e 1 iscritto all’Università o agli Istituti superiori. Quest’ultimo dato fu modificato un anno dopo per l’iscrizione al II anno quando Sergio indicò 9 fratelli (4 maschi e 5 femmine di cui uno deceduto), 1 laureato e 5 con licenza di scuola media superiore.
Per l’iscrizione consegnò un certificato d’identità personale (ottenuto il 17.11.1943), l’atto di nascita, rilasciato il 18.11.1943 dal Comune di Massanzago, e il certificato dell’11.11.1943 rilasciato dal preside del Liceo Ginnasio Tito Livio, con cui si attestava che aveva conseguito la maturità nelle due sessioni d’esami dell’anno scolastico 1942-1943. Nella sessione estiva, Sergio ottenne 7 in Cultura Militare e Filosofia, 6 in Latino, Greco, Scienze Naturali e Educazione Fisica; in quella autunnale ebbe 6 in Italiano, Storia, Matematica e Fisica e Storia dell’Arte.
Sergio consegnò anche la scheda per l’esonero dalle tasse scolastiche per appartenenza a famiglia numerosa e, di conseguenza, la situazione di famiglia rilasciata dal Comune di Massanzago il 09.11.1943. Si riporta il prospetto:
- Fracalanza Biagio di GioBatta, nato a Piombino Dese il 02.03.1885, industriale
- Guidolin Elisa, fu Angelo, nata a Castel di Godego il 21.08.1887, casalinga
- Fracalanza Maria, nata a Massanzago il 1°.01.1907, emigrata
- Fracalanza Vanda, nata a Massanzago il 20.04.1908, emigrata
- Fracalanza Rinaldo, nato a Massanzago l’11.05.1909, morto il 07.02.1929
- Fracalanza Luciano, nato a Massanzago il 31.03.1911, geometra
- Fracalanza Lino, nato a Massanzago il 22.09.1912, impiegato
- Fracalanza Giannino, nato a Massanzago il 25.08.1914, geometra
- Fracalanza Rita, nata a Massanzago il 05.06.1916, maestra
- Fracalanza Cleonice, nato a Massanzago l’11.07.1920, casalinga
- Fracalanza Sergio
- Fracalanza Maria, nata a Massanzago il 16.09.1926, casalinga
Il Rettore, considerata la legge del 20 marzo 1940 n. 224 e vista la deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’11.01.1944, decretò l’esonero di 1600 £ (300 per la tassa d’immatricolazione, 800 per quella d’iscrizione, 350 per la sopratassa speciale e 150 per quella d’esami). Sergio pagò, quindi, 155 £ (30 per tessera e libretto, 20 per educazione fisica, 25 per le opere assistenziali e 80 per rotture e guasti).
Nulla più sullo studente Fracalanza. I documenti passano direttamente al periodo successivo alla Liberazione per notificare la sua morte e l’assegnazione della laurea ad honorem. Il 4 maggio 1945 il Rettore inviò alla famiglia il seguente comunicato:
L’Università è sempre stata fiera del patriottismo e del valore dei suoi Studenti ed è questo uno dei più alti titoli che danno meritata fama al nostro Ateneo. Il tenace amor di patria che in questi anni tormentosi i suoi giovani migliori hanno dimostrato in mille modi, ha raggiunto l’altezza più sublime coll’estremo sacrificio nel momento culminante della lotta contro il nemico. Oggi l’Università ha perduto un altro di questi spiriti eletti. Compagni di studio e Maestri si inchinano reverenti alla memoria dell’eroico caduto e con fierezza ed affetto Le esprimono a mio mezzo, il più vivo cordoglio. Insieme alla famiglia che Gli diede i natali noi ne custodiremo e ne esalteremo la memoria gloriosa.
Dino Fiorot, segretario della Commissione Triveneta per il riconoscimento dei partigiani, certificò il titolo di partigiano caduto inserendo Domenico in un elenco con altri caduti:
Fraccalanza (sic) Sergio di Biagio cl. 1924 – brigata Trentin dal 1°.10.1943 al 28.04.1945
Sul foglio notizie, a cui il certificato di Fiorot fu allegato e che fu compilato da Biagio Fracalanza, furono riepilogate le informazioni generali, tra cui la frequenza del Ginnasio presso l’Istituto Marco Foscarini di Venezia, prima di passare al Tito Livio. Sull’attività politica e militare svolta da Sergio, il padre riportò quanto segue:
Antifascista di principio e di fatto, il 25 luglio 1943, Egli score la possibilità di poter scuotere il giogo fascista, che tanto l’aveva fatto soffrire. In quello stesso giorno si adoperò a toglierne ogni insegna pubblica e si sentì libero di tradurre in azione il profondo sentimento patriottico, che dentro lo bruciava. Fin d’allora cominciò ad inculcare, con serena e persuasiva parola, in quanti poteva avvicinare, ma specialmente nei giovani, un sentimento profondo di riscossa, contro i barbari invasori ed i vili fascisti, che di dentro e di fuori tutto lo infiammava. Egli adorava la famiglia e soprattutto la mamma; fu per ubbidienza a Lei che nel novembre 1943 egli si assoggettò a rispondere al 1° bando di chiamata e fu assegnato a prestare servizio all’Ospedale Militare di Padova, da dove verso la metà di dicembre si allontanò per sempre, quantunque ricercato. Nei primi di Aprile del 1944 si recò a Passo S. Ubaldo (Belluno) a prendere contatto con i primi Nuclei Partigiani colà costituitisi per rendersi conto del funzionamento e studiarne i principi attraverso i quali questi primi organismi clandestini potevano funzionare. Ne ritornò ai primi di Giugno del 1944 deciso di passare all’azione e fu allora che istituì il Nucleo Partigiani di Massanzago, collegandosi immediatamente col CLN di Padova e Venezia. Con questo primo pugno di uomini si adoperò ad una energica propaganda tra le popolazioni della campagna e dei centri più importanti, sui quali i repubblichini avevano issato le loro bandiere e detenevano il comando con la forza delle armi e delle rappresaglie. Istituì poi i nuclei Partigiani a Piombino Dese, Trebaseleghe, Noale. Per i giovani poi, con l’aiuto di altri incaricati, volle curarne l’avvicinamento per inculcare loro il coraggio, la fermezza a resistere contro ogni ordine.
Tutta questa immensa attività esplicata giorno per giorno con astuzia e coraggio in quel di Camposampiero, di Massanzago, di Piombino Dese, di Trebaseleghe, di Noale, di Villanova e di Santa Maria di Sala, incontrò il favore e la simpatia delle popolazioni intere e tutti guardavano a Lui ed avevano in Lui tutta la fiducia e la speranza del successo finale.
Furono lanciai migliaia e migliaia di manifesti volanti e fatte iscrizioni murali incitanti i giovani ad astenersi dall’ubbidire ai bandi ed i contadini dal conferire agli ammassi derrate alimentari.
Quando poi iniziarono le rappresaglie egli non desistette dalla sua attività, ma si adoperò per mettere in salvo quanti conosceva in pericolo o comunque minacciati, per mezzo d’uno strettissimo servizio informazioni ricevute e subito recapitate agli interessati, noncurante dei rischi più gravi per Se.
Quando negli ultimi mesi, la disgregazione apparve sempre più profonda nelle formazioni e nei comandi nemici, assorbito in un0immenso programma di azioni di offesa e di rappresaglie e di sabotaggio, pure non desiste e la Sua volontà ancor più forte del pericolo, gli impone maggiori sforzi ed Egli sacrifica le notti intere affinché la Sua opera di bene comune sia pronta ed opportuna in ogni campo.
Alla voce “Brigata Partigiana cui appartenne – Nome di Battaglia – Gradi raggiunti- Fatti d’arme ai quali prese parte”, si aggiunse:
Comandante, alle dipendenze del CLN di Padova, di nuclei autonomi, formati da Egli stesso nell’Alta Padovana, costituitisi poi in quella che oggi è la “Brigata C. Lubian”, dal Giugno 1944 al Marzo 1945 data della morte del Martire C. Lubian. Dal Novembre 1944 al Marzo 1945 fu chiamato dal CLN a Padova per importanti incarichi. Dalla morte del Martire “Corrado Lubiana” al 28 Aprile 1945 comandante la Brigata “S. Trentin”. Fatti d’arme ai quali prese parte:
29/6/1944 – Fatto saltare il ponte sull’Ostiglia (ferrovia) a Loreggia.
11/8/1944 – Recupero armi aviolanciate da apparecchi alleati nelle Paludi di Torricelle di Piombino Dese.
23/8/1944 – Operata l’interruzione del tronco ferroviario Camposampiero-Castelfranco Veneto, nei pressi di Loreggia.
10/9/1944 – Eseguita l’interruzione, coll’impiego di mine, del tratto di tronco ferroviario della Valsugana e distruzione del ponte sottopassaggio incrocio Ostiglia-Valsugana in località “Albere”, tra Piombino Dese e Silvelle.
3/10/1944 – Tentativo di far saltare il ponte sulla Brenta dell’autostrada Padova-Mestre, sotto la guida del Martire “Otello Renato Pighin”.
26/4/1945 – Assalto ed annientamento del distaccamento tedesco di Stra, con recupero di n. 10 automezzi – n. 2 motociclette – n. 1 mitragliera da 20 mm., e diversi fucili e pistole e indumenti di divise tedesche.
27/4/1945 – Assalto al Presidio tedesco (officina e riparazioni automezzi e materiale di vettovagliamento) di Villa Bressanin (Borgoricco) ed annientamento dello stesso con combattimenti protrattosi per l’intera giornata ed estesisi in quel di Massanzago e di Villanova di Camposampiero.
28/4/1945 – Battaglia violentissima per forzare il passaggio di Ponte di Brenta con automezzi ed uomini, allo scopo di rientrare in Sede (Padova), durante la quale l’Eroe col gruppo di testa dei Suoi viene attaccato da SS tedesche e sopraffatto, chiudendo così la Sua intensa attività di Partigiano, di Cospiratore e di Sabotatore, suggellandola col proprio sangue.
Più avanti, alla voce “causa della morte” leggiamo:
Il 28 Aprile 1945, verso le ore 18, dopo aspre giornate del 26 a Stra, del 27 e del 28 in quel di Massanzago, di Villanova di Camposampiero e di Piombino Dese, decise di rientrare in sede (Padova) al comando dei suoi uomini, con due automezzi, a Ponte di Brenta, nel tentativo di forzare il passaggio (egli era col gruppo di testa), riuscitovi, all’ingresso del paese venne attaccato da reparti di SS tedesche. Ne seguì una mischia violentissima, nella quale, l’Eroe, con i suoi uomini, venne sopraffatto.
La famiglia fu invitata alla cerimonia di consegna della Laurea ad honorem dell’11 giugno 1947.
Il 2 giugno, Biagio ringraziò il Rettore “e tutti coloro che hanno voluto onorare la memoria del nostro figlio Sergio. Ci è d’immenso conforto che la sua morte eroica non sia stata vana e che l’opera sua sia stata esaltata perché la sua figura resti per sempre fra i compagni e i maestri come nata per sempre in mezzo a noi”. Inoltre specificò che la laurea sarebbe stata ritirato da Lino, il fratello di Sergio.
Negli anni della ricostruzione la Commissione padovana aveva iniziato un lungo lavoro per sistemare le zone toponomastiche, proporre le nuove denominazioni, modificare alcuni toponimi. Si cercò di fare il punto della situazione in una seduta di Giunta del 1956. Seguendo la suddivisione in zone, la Commissione segnalò centinaia di nomi [1]. Nel promemoria non mancavano riferimenti a luoghi e caduti della Prima guerra mondiale, ad Asmara, a eroi e ammiragli della Seconda guerra mondiale, ma c’era un solo partigiano, Sergio Fracalanza [2]. La via fu inserita nella zona V e Sergio fu indicato come “comandante partigiano, martire della libertà (1924-1945)”. All’epoca sbagliarono il cognome aggiungendo una “c” e così risulta ancora oggi sulle mappe stradali. La via risulta praticamente dimenticata, non essendo segnalata dai cartelli stradali, ed è rilegata in una zona commerciale, tra un parcheggio e un sottopasso.
Sergio Fracalanza è inserito (ancora come Fraccalanza) nella lapide che il Comune di Padova ha dedicato ai caduti per la libertà (1943-1945).
Fonti
- Archivio Generale dell’Università degli Studi di Padova, Lauree ad honorem studenti caduti nella prima e seconda guerra mondiale, Laureati ad honorem, Studenti caduti per la liberazione 1943-1945, b. 21, f. Fracalanza Sergio. I documenti presenti in questa pagina sono stati pubblicati su concessione dell’Università degli Studi di Padova – Ufficio Gestione documentale (11 maggio 2022).
- Archivio del Comune di Padova, ACPD, Atti amministrativi, b. 2878, 1956, Cat. 1/1/1.
- Phaidra Collezioni digitali
- Elenco caduti del Centro Studi Feltrin
Note
[1] Tra le nuove denominazioni c’erano 218 vie, 1 breccia, 2 piazze, 1 viale, 3 piazzali, 105 strade, 3 giardini, 2 larghi, 17 stradelle, 2 lungargini. Ci furono anche diverse modificazioni (19 vie, 9 vicoli, 16 strade, 9 stradelle, 1 galleria, 1 piazza) e ripristini di toponimi (soprattutto ponti e bastioni). ACPD, Atti amministrativi, b. 2878, 1956, Cat. 1/1/1, DGC, prot. del 21.02.1956.