Misure di internamento in Italia
I campi di concentramento
(tratto da Klaus Voigt, Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945, vol. 2, La Nuova Italia, Scandicci 1996)
Le misure di internamento cui l’Italia fece ricorso al momento dell’entrata in guerra ricalcavano il modello del confino politico, già sperimentato contro gli oppositori del fascismo. Si è calcolato che i confinati per motivi politici durante il regime fascista furono circa 40.000 persone.
Anche per l’internamento di italiani e stranieri durante la guerra fu fatta distinzione tra la forma più severa, l’internamento in “campi di concentramento”, e quella più blanda del soggiorno obbligato in un comune, il cosiddetto “internamento libero”, ma la distinzione non era sempre così netta.
I campi di concentramento per internati erano situati esclusivamente sulla terraferma. Le isole su cui vi erano penitenziari vennero in genere utilizzate per l’internamento degli stranieri solo dopo che ebbero inizio le deportazioni da Jugoslavia, Albania e Corsica.
I campi andavano istituiti in edifici abbandonati o scarsamente utilizzati. Venero incaricati di reperire le opportune sistemazioni alcuni ispettorati generali, tra cui il più noto è certamente Guido Lo spinoso.
I criteri che Lo Spinoso doveva seguire nella sua ricerca erano i seguenti:
- gli edifici non dovevano trovarsi in zone di sicurezza militare, dunque non dovevano essere vicini alla costa, ai porti, a importanti strade o linee ferroviarie, ad aeroporti o a fabbriche di armamenti, onde non far trapelare notizie sugli spostamenti di truppe e sulla produzione di materiale bellico;
- non dovevano presentare problemi di stabilità, avere un numero sufficiente di vani per poter accogliere una quantità abbastanza consistente di internati e di addetti alla sorveglianza, essere abilitati senza costosi lavori di restauro e di ristrutturazione e, se possibile, essere forniti di acqua potabile, proveniente dalle condutture o da un pozzo, di corrente elettrica e di un allacciamento telefonico;
- erano da preferire edifici isolati, facilmente controllabili, con un pezzo di terreno intorno, che fosse circondato da un muro e dove pertanto gli internati potessero passeggiare sotto sorveglianza;
- non dovevano essere troppo lontani da un centro abitato in cui vi fossero una stazione di carabinieri, un medico e un negozio di alimentari, e al strada di accesso doveva essere praticabile con qualsiasi tempo;
- il proprietario doveva essere disposto a dare in locazione l’edificio e acconsentire ai lavori di adattamento necessari.
Tra i campi istituiti nel giugno 1940 in edifici già esistenti e destinati ad accogliere ebrei stranieri, il più grande era quello di Campagna, in provincia di Salerno. I campi di internamento per stranieri furono concentrati soprattutto nell’Italia centrale. Quasi tutti i campi in cui più consistente era il numero degli immigrati e profughi ebrei si trovavano nelle vallate dell’Appennino e in Abruzzo, lontano dal mare e tagliati fuori dalla principali vie di comunicazione.
Tutti i campi entrarono in funzione già tra il giugno e l’agosto 1940.
Sei campi erano destinati all’internamento delle donne:
- Pollenza ( e Treia, poi sostituito da Petriolo, in provincia di Macerata;
- Casacalenda e Vinchiaturo in provincia di Campobasso;
- Lanciano in provincia di Chieti.
Alcune ebree internate a Casacalenda e a Vinchiaturo si trasferirono poi in provincia di Vicenza in qualità di internate nei Comuni.
Campi Gennaio 1941 Aprile 1943 Numero massimo di internati Casacalenda 19 16 36 Lanciano 17 - 32 Vinchiaturo 14 4 20 Treia/Petriolo 9 3 15 Pollenza 3 12 28
Quattordici erano invece i campi per uomini nell’Italia centrale:
- Civitella del Tronto, Isola del Gran Sasso, Nereto, Notaresco, Tortoreto e Tossicia in provincia di Teramo;
- Casoli e Lama dei Peligni in provincia di Chieti;
- Urbisaglia in provincia di Macerata;
- Civitella della Chiana in provincia di Arezzo;
- Bagno a Ripoli in provincia di Firenze.
Campi Gennaio 1941 Aprile 1943 Numero massino di internati Civitella del Tronto 51 134 199 Tortoreto 83 60 83 Nereto 48 72 90 Notaresco 67 - 67 Isola di Gran Sasso 58 - 61 Tossicia 39 - 39