Agostino Bellato, Giuseppe e Teresa Casarotto, Francesco Bossi
La famiglia che fu salvata fu quella degli Ancona, composta da Aldo, Francesca e dal figlio Marcello. Si trattava di una famiglia mista dato che Francesca era cattolica. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Marcello andò a vivere con lo zio (fratello della madre) a Portogruaro. I genitori, che rimasero inizialmente a Padova, dopo pochi mesi raggiunsero il figlio. Vista l’attività antifascista dello zio, quest’ultimo cercò un’altra sistemazione per gli Ancona chiedendo aiuto ad un amico. La fidanzata di questi, Ines Casarotto, suggerì di nasconderli nella casa dei suoi genitori, Giuseppe Casarotto e Teresa Pozzato, che abitavano a Summaga, una frazione di Portogruaro. Rimasero lì dal dicembre 1943 all’agosto 1944.
Proprio nell’estate del 1944, la sorella di Aldo, Ines, e suo marito, Massimo Mordo, furono arrestati a Portogruaro e deportati ad Auschwitz senza far più ritorno.
A seguito di quell’arresto, gli Ancona decisero di lasciare i Casarotto per non metterli in pericolo. Aldo decise così di chiedere aiuto al cugino di Francesca, monsignor Francesco Bossi, che viveva nella canonica del Duomo di Crema. Aldo rimase lì per otto mesi, fino al 26 aprile 1945, mentre Marcello fu nascosto da padre Agostino Bellato presso la Chiesa della Sacra Famiglia a Padova fino al 28 aprile 1945.
Il 21 agosto 2013, lo Yad Vashem ha riconosciuto Giuseppe e Teresa Casarotto, Agostino Bellato e Francesco Bossi come Giusti tra le Nazioni.
Fonti
Monsignor Francesco Bossi (foto tratta da un articolo di creamaonline.it)