Ebrei stranieri internati a Valli del Pasubio
- FRIEDMANN Andor, di Sigmund e di Sidonia Gol(d)mann, nato a Veliki Bečkerek (oggi Zrenjanin, Serbia) il 24.02(11).1911. Coniugato con Stern Margherita. Musicista. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggito in Svizzera. Per approfondire, clicca qui.
- STERN Margherita, di Samuel e di Irma Grinwald, nata a Cervenka l’08.06.1914. Coniugata con Friedmann Andor. Casalinga. Di nazionalità croata. Tradotta da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
- FRIEDMANN Blanca (Branka), di Andor e di Margherita Stern, nata a Zagabria il 13.09.1940. Di nazionalità croata. Tradotta da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
- STERN Livia, di Samuel e di Irma Grinwald, nata a Komárom (Ungheria) il 07.07.1912. Sorella di Margherita. Coniugata con Oberson Miroslav. Sarta. Di nazionalità croata. Tradotta da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
- OBERSOHN Miroslav, di Samuel e di Elle Fischer*, nato a Zagabria il 11.08.1913. Coniugato con Stern Livia. Musicista. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Fuggito in Svizzera. *Entrambi i genitori, internati dalle autorità croate, risultano deceduti, rispettivamente il 25 marzo e il 27 marzo 1942.
- OBERSOHN Gerhard (Gerardo), di Miroslav e di Livia Stern, nato a Schio il 20.04.1943. Fuggito in Svizzera.
- MANDIC Aca, di Marco e di Maria Pardi, nato a Belgrado il 06.10.1910 (altrove: 1900). Coniugato. Spedizioniere. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943.
- SCHAFFER Simon, di Carlo e di Sali Vengen, nato a Visegrad il 02.06.1914. Commerciante. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Cognato di Mandic Aca. L’8 luglio 1943 si trasferisce da Valli del Pasubio ad Asolo dove è internato il fratello, Giacomo. Si allontana da Asolo il 26.10.1943. Risulta a Roma il 15.11.1944.
- PAPO Albert, di Michael e di Bojana Palo, nato a Zvornik il 15.05.1909. Meccanico (elettricista). Di nazionalità croata. Internato a Valli del Pasubio dal 9 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento dopo l’8 settembre 1943.
- RENDELJ Giuseppe, di Lavoslav e di Barbara Levi, nato a Vivodina il 14.05.1876. Coniugato con Gluck Ilona. Industriale. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere ucciso dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnato da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggito in Svizzera.
- GLUCK Ilona (Elena), di Giuseppe e di Teresa, nata a Cetingrad il 02.12.1886. Coniugata con Rendelj Giuseppe. Casalinga. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere uccisa dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnata da un ufficiale del Regio Esercito. Giunta a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
RENDELJ Zlata, di Giuseppe e di Ilona Gluck, nata a Karlovac il 29.07(06).1906. Coniugata con Svecenskj Milorad. Di nazionalità croata. Domiciliata a Osiek. Trasferita a Karlovac per sfuggire ai provvedimenti antisemiti degli ustascia. Clandestinamente, nel dicembre 1941 giunge a Fiume e da qui in treno a Vicenza il 16 dicembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
SVECENSKJ Milorad, di Giulio e di Caterina Lust, nato a Osjeck (Croazia) il 1°.10.1897. Coniugato con Rendelj Zlata. Giudice di tribunale. Di nazionalità croata. Domiciliato a Osiek. Trasferito a Karlovac per sfuggire ai provvedimenti antisemiti degli ustascia. Clandestinamente, nel dicembre 1941, giunge a Fiume e da qui in treno a Vicenza il 16 dicembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggito in Svizzera.
SVECENSKJ Mira, di Milorad e di Zlata Rendelj, nata a Osjeck il 24.04.1932. Di nazionalità croata. Domiciliata a Osiek. Trasferita a Karlovac per sfuggire ai provvedimenti antisemiti degli ustascia. Clandestinamente, nel dicembre 1941, giunge a Fiume e da qui in treno a Vicenza il 16 dicembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
- RENDELJ Draga, di Giuseppe e di Ilona Gluck, nata a Karlovac l’08.02.1907. Sorella di Zlata. Coniugata con Eugenio Milin. Casalinga. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere uccisa dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnata da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
MILIN Dan (Giovanni), di Eugenio e di Draga Rendelj, nato a Zagabria il 29.11.1933. Scolaro. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere ucciso dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnato da un ufficiale del Regio Esercito. Giunto a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggito in Svizzera. A p. 224 del libro di Nicola Caracciolo, Gli ebrei e l’Italia durante la guerra 1940-1945 (Bonacci, Roma 1986), è presente l’intervista che l’autore ha fatto a Dan “Millin”:
La mia storia comincia nell’anno 1942, e siamo stati una famiglia ebrea a Karlovac, vicino a Zaghreb, e quell’anno che i tedeschi hanno occupato questa regione jugoslava poi sono andato via e la seconda armata italiana è entrata. È successo così, che un ufficiale italiano il colonnello Luigi Supino è venuto a prender una stanza nella nostra casa. Era una casa grande e c’era una famiglia di dieci persone. Dopo due mesi sono arrivati li ustascia, (…), a prender la famiglia. Il colonnello ha sentito che sono arrivati e ha detto: “nessuno deve entrare, nessuno di questa famiglia va con lei”. Sono partiti via. È tornato il comandante della polizia locale di Karlovac e ha detto “io sono qui e devo prendere la famiglia”, e il colonnello Supino ha detto “no” e ha detto “io sono qui e io dico cosa tu fai” e ha detto “no” e con una grande debatta il Supino ha tirato fuori la sua pistoletta e ha detto “se no vai io sparo”, e l’ustascia iugoslavo ha visto che non si scherza più, è andato via. E quella notte siamo stati là dieci persone, la mamma, nonna e zia con i bambini e il colonnello ha portato due carabinieri, di guardia alla casa e ha detto “di qui non si entra”. Nella mattina prossima abbiamo sentito che il mio cugino è riuscito a scappare dalla casa sua dove avevano preso tutta la famiglia, ma non può arrivare, ha paura ad arrivare a noi, e l’abbiamo detto al Supino, al colonnello, e ha detto “io lo faccio”, e ha preso una uniforme italiana con una macchina italiana, ha portato lui vestito con l’uniforme italiana a casa nostra. E dopo ventiquattro ore con una macchina ufficiale dell’esercito italiano, ha portato tutta la famiglia in Slovenia, che gli italiani occupavano. Siamo stati là per tre quattro mesi, fino a che abbiamo ricevuto documenti per l’Italia, e sono stati documenti ufficiali, e siamo andati vicino a Vicenza in un villaggio che si chiama Valli del Pasubio. A Valli del Pasubio ci siamo stati per quasi due anni, fino alla capitolazione italiana. Ma devo dire qualche cosa, che non ci siamo stati il solo gruppo che il colonnello ha aiutato, c’era dopo ancora un gruppo di dieci quindici persone che lui ha aiutato. È veramente questo un comportamento da gentiluomo. Io credo che quel giorno sono nato la seconda volta».
RENDELJ Helen (Elena), di Lavoslav e di Barbara Levi, nata a Karlovac il 15.05.1875. Sorella di Giuseppe. Coniugata con Weisenstern Giacomo, casalinga. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere uccisa dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnata da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
WEISSENSTERN Rosa, di Giacomo e di Elena Rendelj, nata a Karlovac il 13.02.1894. Coniugata con Gluck Rodolfo. Casalinga. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere uccisa dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnata da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggita in Svizzera.
- GLUCK Alessandro, di Rodolfo e di Rosa Weissenstern, nato a Karlovac il 09.04.1924(1925). Di nazionalità croata. Domiciliato a Lubiana. Internato nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia il 20 agosto 1942. Trasferito a Valli del Pasubio il 10 marzo 1943. Fuggito in Svizzera.
- PLACIK Teodora, di Simeon e di Paola Beer, nata a Hodonín il 25.01.1894. Cugina di Rendelj Giuseppe. Coniugata con Branislav Popadic (colonnello dell’esercito jugoslavo internato a Bogliaco del Garda, Brescia). Dottoressa in medicina. Di nazionalità croata. Ebrea di religione ortodossa. Proveniente da Karlovac, chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere uccisa dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnata da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Il 5 marzo 1942 fa domanda per esercitare il mestiere di medico presso un qualsiasi ospedale della provincia, ma la richiesta non è accolta. Il 10 settembre 1943 si allontana dal comune di internamento.
- GLUCK Zlatko, di Mauro e di Marta Buchsbaum, nato a Karlovac il 21.02.1926. Parentela non chiara con i Gluck. Scolaro. Di nazionalità croata. Proveniente da Karlovac dove chiede e ottiene la protezione italiana nel timore di essere ucciso dagli ustascia. Il 23 agosto 1942 giunge a Novo Mesto accompagnato da un ufficiale del Regio Esercito. Giunge a Valli del Pasubio il 9 dicembre 1942. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Fuggito in Svizzera.
- SCHLESINGER Olga, di Lavoslav e di Josipa Eisner, nata a Zagabria il 28.04.1900. Coniugata con Spiegel Edgard. Casalinga. Di nazionalità croata. Tradotta da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Nascosta prima nei dintorni di Schio e successivamente presso l’Istituto “Panciera” di Schio. Catturata dai fascisti nell’aprile 1945 ed incarcerata ad Schio, poi liberata. Per approfondire clicca qui.
- SPIEGEL Mladen (Bruno), di Edgard e di Schlesinger Olga, nato a Zagabria il 30.12.1928. Scolaro. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Nascosto al Tezzon di Castelgomberto e successivamente preso l’Istituto “San Gaetano” di Vicenza.
- SPIEGEL Specko (Felice), di Edgard e di Schlesinger Olga, nato a Novi Sad il 10.10.1930. Di nazionalità croata. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontana dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Nascosto al Tezzon di Castelgomberto e successivamente preso l’Istituto “San Gaetano” di Vicenza.
- STEINLAUF Leon, di Herman e di Fannj Steinlauf, nato a Banja Luka il 03.06.1914 (secondo l’elenco della brigata La Pasubiana: 02.06.1917). Celibe. Commerciante di tessili. Di nazionalità croata. Cugino di Herman Steinlauf. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Entrò nelle file partigiane il 5 maggio 1944 unendosi al battaglione Cesare Battisti della brigata “La Pasubiana”. A seguito di una spiata, il 3 aprile 1945 (secondo i documenti della brigata “La Pasubiana” si tratta del 4 aprile) fu circondato dalla GNR mentre si trovava in una stalla. Tentò di fuggire, ma gli spararono e lo colpirono al volto. Il suo corpo è sepolto al cimitero ebraico di Padova. La figura di Leon, detto “Leo”, e quella del cugino Herman sono ben presenti nei ricordi di Mladen Spiegel (intervista del 16.09.1980). Mladen ricordava che Herman fuggì probabilmente in Svizzera (oggi sappiamo che anche lui era nella brigata “La Pasubiana”), mentre “Leo” si era unito ai partigiani della Martiri della Val Leogra (in realtà nella Pasubiana stessa). Anche Elisa Lagni (di Contrà Pietra – Valli del Pasubio) ricordava Leon il quale aveva trovato rifugio proprio nella sua stalla. Questa la testimonianza di Elisa*:
Detto anche ‘Bruno’, era un giovane di 27 anni, che parlava bene l’italiano. Il 3 aprile 1945 Contrà Pietra fu improvvisamente circondata dalla G.N.R. con piazzamento di mitragliatrici e con cani lupo. Il giorno prima la Bruna Chiumenti aveva avvisato Leo che era in vista un rastrellamento, ed anch’io avevo cercato di convincerlo ad allontanarsi, ma lui forse pensava che volessero mandarlo via. Invece vi era stata una delazione ben precisa e scritta da parte di una ragazzi di Valli. Leo uscì precipitosamente dalla stalla, passò davanti alla casa e fece il giro verso il portico. Il milite della G.N.R., con il quale ho parlato, che si trovava alla mitragliatrice non ebbe il coraggio di sparargli a freddo appena lo vide, tanto che il Maresciallo voleva poi farlo fucilare. Corsero su in tre-quattro e nell’attimo che Leo uscì allo scoperto gli spararono colpendolo in piena faccia: morì sul colpo. Lo caricarono su di un carretto a mano e, con me arrestata, ci portarono a Pian delle Fugazze e poi a Rovereto. Quindi penso che lo abbiano sepolto a Rovereto.
- STEINLAUF Herman, di Israel e di Anna Steinlauf, nato a Banja Luka il 20.01.1924. Celibe. Commerciante di tessili. Di nazionalità croata. Cugino di Leon Steinlauf. Tradotto da Fiume a Vicenza il 25 novembre 1941. Si allontanò dal comune di internamento il 3 dicembre 1943. Risulta (come Stainlauf Ermanno) nell’elenco dei partigiani del battaglione Cesare Battisti della brigata “La Pasubiana” della divisione Garemi dal 15 novembre 1944. Nome di battaglia: Piero. “Ottimo elemento calmo, serio, disciplinato. A [sic] partecipato a diverse azioni in Posina Val d’Adige facendo atti di sabotaggio su ponti stradali e linee ferroviarie nella ritirata dei Tedeschi”. Nel maggio 1948 emigrò in Paraguay.
DATI
- Internati totali: 26
- Maschi: 15
- Femmine: 11
- Nuclei familiari: 5
- Persone sole: 1
- Minorenni al 1943: 7
- Deportati: 0 (oltre a 1 ebreo ucciso dai fascisti)
- Sopravvissuti: 25
- Nazionalità: 26 jugoslavi (di cui 1 nata in Ungheria, 1 in Rep. Ceca, 1 nata in Italia).
Note
I casi dubbi riguardavano Obersohn Fritz e Luigi, oltre a Rendelj Ivo. I telegrammi sulla ricerca degli ebrei fuggiti da Valli dopo l’armistizio, datati 4 dicembre 1943 e 13 dicembre 1943, riportano i loro nomi tra gli ebrei presenti a Valli e ricercati in tutte le province. Per la precisione viene riportato il nome di Rendelj Ivo di anni 9. Dai dati precedenti risultava l’anno di nascita, il 1934, e quindi i dati coincidono. Sul telegramma, Ivo è inserito nella famiglia Rendelj subito dopo Rendelj Draga, ma Draga è la mamma di Milin Giovanni, nato nel 1933, il cui nome manca nel telegramma. Ora, Ivo o Ivan non è altro che il corrispettivo dell’italiano Giovanni. Può darsi che il figlio di Draga venisse chiamato ormai con il cognome della mamma, visto che del marito non ci sono tracce. È possibile, quindi, che si tratti della stessa persona.
Per gli Obersohn sono sempre i due telegrammi citati che permettono di far luce. Anche loro erano internati. In realtà nei telegrammi sono segnalati Fritz di anni 30 e Lily di anni 31. Può darsi che il nome Luigi, precedentemente riportato, sia dovuto ad una svista o ad una errata ricopiatura. Le date di nascita di Miroslav Obersohn e della moglie Livia Stern coincidono con l’età di Fritz e Lily.
* Fonte: Quaderni della Resistenza n. 12, Schio, novembre 1980, p. 621.