Parte quarta: Aktion 14f13
La resistenza al progetto “eutanasia”
Il Programma T4 nel suo svolgimento tra il 1940 ed il 1941 pose fine alla vita di 70.273 persone classificate come “indegne di vivere”. Questa attività di morte, per quanto fossero state prese tutte le precauzioni necessarie, non poteva rimanere a lungo segreta.
In primo luogo lo spostamento attraverso tutto il Reich di così tante persone non passò inosservata alle autorità giudiziarie. Il procuratore generale di Lipsia scrisse al Ministro della Giustizia Gürtner, facendo notare l’insolito proliferare di necrologi che riferivano di morti improvvise avvenute nelle cliniche della morte. Identica iniziativa venne presa dal procuratore di Stoccarda. Gürtner, assai preoccupato, scriveva:
Sono convinto che sia ormai necessario sospendere immediatamente l’uccisione dei malati di mente. Se la cosa si è risaputa così velocemente, se ormai la gente ne parla, significa che il tentativo di segretezza è fallito (…) è impossibile sostenere che il ministero di Giustizia del Reich ignora la faccenda.
La faccenda infatti era divenuta di dominio pubblico: i cittadini di Hadamar oramai sapevano perfettamente che il fumo nauseabondo che si alzava dal camino della clinica era il frutto della cremazione dei malati.
La Chiesa, sia protestante che cattolica, iniziò a far sentire la propria voce contro la pratica dell’eutanasia. Tra le tante voci che si levarono vi fu quella dell’arcivescovo di Münster, Clemens August von Galen. L’arcivescovo pronunziò un sermone durissimo il 3 agosto 1941: la condanna dell’eutanasia non solo fu durissima in teoria, ma l’arcivescovo denunziò lo Stato come autore delle uccisioni.
Parallelamente cresceva l’inquietudine della gente: sempre più frequenti erano i familiari che rifiutavano di consegnare i loro congiunti.
Hitler di fronte alla marea di proteste decise di sospendere l’Aktion T4, impartendo l’ordine orale a Brandt e a Bouhler.
L’azione di eutanasia era ufficialmente finita, ma l’eliminazione dei “malati di mente” non era terminata: iniziava quella che i medici tedeschi chiamarono “eutanasia selvaggia” e un’altra “Aktion” ancora più segreta: la “Aktion 14F13“
L’inizio dell’Aktion 14F13
Heinrich Himmler e le SS pur avendo infiltrato i propri uomini all’interno della Aktion T4 non avevano mai assunto un ruolo di guida. Himmler si stava concentrando sulla gestione dei campi di concentramento e sulla eliminazione degli ebrei ad Oriente. Quando l’operazione eutanasia iniziò ad entrare in crisi per la troppa opposizione cresciuta in Germania, Himmler ne approfittò per usare la struttura per i suoi fini.
Nella tarda estate del 1941, Himmler ordinò che i prigionieri affetti da malattie di mente dei campi di concentramento fossero sottoposti a controlli medici. Lo scopo era eliminare tutti coloro non in grado di lavorare. Secondo Himmler il personale medico incaricato di svolgere le “visite” doveva essere esterno per garantire maggiore affidabilità.
Himmler si rivolse a Philipp Bouhler chiedendogli di mettere a disposizione un gruppo di psichiatri esperti. Bouhler incaricò Viktor Brack di organizzare l’operazione. La commissione medica che Brack mise insieme proveniva direttamente dalle fila della Aktion T4 ed ebbe come capo il professor Werner Heyde.
La commissione doveva recarsi nei campi di concentramento per visitare malati di mente, psicopatici e detenuti ebrei inizialmente del campo di Buchenwald e – successivamente – di tutti i campi di concentramento controllati dalle SS. L’intera operazione ebbe il nome di “Aktion 14F13” dalla sigla del formulario utilizzato nei campi per registrare i decessi. I “selezionati” dovevano essere inviati nelle cliniche di eliminazione e gasati.
In una lettera circolare del 12 novembre 1941, Himmler scriveva ai comandanti dei campi di concentramento:
Come già comunicato per lettera ai comandanti dei campi di concentramento di Dachau, Sachsenausen, Buchenwald, Mauthausen e Auschwitz, nei prossimi giorni giungerà nei suddetti campi una commissione medica con il compito di selezionare i detenuti. Per i campi di concentramento di Flossenburg, Gross Rosen, Neuengamme e Niederhagen l’arrivo della commissione è previsto per la prima metà del gennaio 1942. Poiché i medici disponibili sono molto impegnati, il lavoro di verifica nei campi di concentramento dovrà essere il più breve possibile. Concluse le verifiche dovrà essere inviata all’ispettore dei campi una relazione con la comunicazione del numero di detenuti selezionati per il trattamento speciale 14F13.
Le operazioni segrete dell’Aktion 14F13
Non è possibile stabilire quante persone vennero uccise nel quadro della Aktion 14F13. Occorre tenere presente che nell’ambito della operazione venivano eliminate persone non affette da nessuna malattia. In più le visite della commissione si svolgevano in modo assolutamente approssimativo e superficiale. Interessante la testimonianza di un medico delle SS, Waldemar Hoven:
Il comandante del lager Koch chiamò a raccolta i più autorevoli dirigenti delle SS del lager dicendo che aveva ricevuto un ordine segreto da Himmler, in base al quale tutti i detenuti malati di mente o disabili dovevano essere eliminati. Aggiunse inoltre che, per ordini superiori ricevuti da Berlino, in questo programma di eliminazione dovevano rientrare tutti i detenuti di razza ebraica del campo di Buchenwald. Conformemente all’ordine circa 300-400 detenuti ebrei di diverse nazionalità furono trasferiti al centro di eutanasia di Bernburg. Un paio di giorni dopo ricevetti dal comandante del campo una lista di ebrei uccisi a Bernburg, con l’incarico di redigere falsi certificati di morte. Eseguii l’ordine. Questa azione speciale venne eseguita sotto la sigla di copertura 14F13.