L’approccio metodologico dello Yad Vashem per l’insegnamento della Shoah
di Shulamit Imber
La centralità dell’essere umano
Il nostro approccio educativo pone al centro l’essere umano, l’individuo, per comprendere gli avvenimenti storici. Affrontare il tema della Shoah non significa solo studiare questo fenomeno in quanto sterminio di massa, frutto della politica nazista, mera statistica delle vittime o come il susseguirsi di eventi storici, politici e militari. Implica invece lo sforzo di comprendere l’animo umano e le modalità con le quali esso ha affrontato le diverse situazioni ed i difficili dilemmi etici di quei terribili anni. La storia della Shoah è soprattutto una storia umana, che parla di uomini. Qualsiasi dibattito sulle sue vittime, sui suoi perpetratori o su coloro che stettero a guardare, deve cercare di comprendere e conoscere la psicologia degli esseri umani coinvolti. La conoscenza e l’incontro degli studenti con le persone “semplici” che erano presenti agli eventi della Shoah, la loro vita quotidiana e la loro realtà, deve servire da fondamento per un lavoro didattico migliore e più significativo.
Deve essere rivolta una maggiore attenzione non solo agli eroi della Resistenza o a coloro che perpetrarono quegli atroci crimini e violenze, ma è di grande importanza ricordare e cercare di comprendere le difficoltà e i dilemmi di coloro di cui abbiamo perso i nomi, oltre che le vita. Solo in questo modo è possibile creare un’intima relazione tra gli studenti e il tema della Shoah, cominciando a discernere le affinità e le differenze che esistono tra il periodo attuale e quello della Shoah.
Esaminare i vari bivi davanti ai quali si trovarono ebrei, tedeschi e chi stette a guardare senza intervenire, i dilemmi e le sfide che dovettero affrontare, permette al processo educativo di passare da una particolare situazione storica alla capacità di ascoltare la voce umana universale.
Arricchire la storia con volti umani, capendo la complessità dell’animo umano, è di grande aiuto nel prevenire il pericolo di banalizzazione dell’argomento e di farlo diventare un argomento monodimensionale. Queste sono le premesse di tutto il nostro lavoro educativo e pedagogico.
Dialogo interculturale
Gli storici puntano oggigiorno all’aspetto narrativo della storiografia di un passato aperto ad una serie di interpretazioni e conoscenze influenzate in parte dalla prospettiva di chi narra l’evento. La Scuola Internazionale per gli Studi della Shoah utilizza queste cognizioni nel concepimento del suo lavoro pedagogico ed educativo. La piena consapevolezza di questi processi e dei numerosi aspetti da cui la memoria della Shoah è costituita, è tra i fattori che caratterizzano il nostro lavoro e che permette di instaurare un prezioso dialogo tra gli educatori e gli insegnanti nei vari paesi.
Crediamo che la comprensione di altri punti di vista e prospettive arricchisca i propri discernimenti e fornisca l’opportunità di esaminare la propria identità, il proprio passato e la propria memoria. La sensibilità verso i punti di vista altrui è uno dei valori centrali che il nostro Istituto cerca di trasmettere. Ed è proprio attraverso il materiale che produciamo ed i seminari che conduciamo che cerchiamo di sviluppare questi valori.
L’eredità del sopravvissuto alla Shoah
I sopravvissuti alla Shoah assumono un ruolo centrale nella ricostruzione della sua storia, dando corpo alla memoria, alla commemorazione ed al lavoro educativo. Le testimonianze e gli incontri con i singoli sopravvissuti servono come asse centrale nella trasmissione degli eventi storici e della memoria alle future generazioni. L’incombente ed inevitabile scomparsa di questa generazione, costituisce una sfida per gli educatori di tutto il mondo a trovare nuove modalità d’insegnamento della storia e di perpetuare la memoria e l’eredità morale dei sopravvissuti alle giovani generazioni che non avranno più la possibilità di avere un contatto diretto con chi visse in prima persona la Shoah.
Insegnamento dei valori ebraici ed universali
Lo sterminio di massa degli ebrei durante la Shoah derivò da una radicale ideologia razzista che aveva come scopo principale quello di demolire i valori etici preesistenti ed annientare fisicamente la nazione identificata come la creatrice dell’etica umana, il Popolo che tramandò all’umanità valori come i Dieci Comandamenti e il suo monito “Non Uccidere”. Come uno dei suoi principali obiettivi pedagogici, la Scuola Internazionale per gli Studi della Shoah cerca di trasmettere questi valori etici ebraici ed umani, valori che i Nazisti cercarono di indebolire. I programmi insegnano i valori universali che preservano i diritti umani e promuovono la responsabilita’ individuale per combattere il razzismo e la xenofobia.
Un approccio per più livelli
Gli educatori e gli psicologi concordano nel sostenere che l’insegnamento di valori etici debba essere rivolto precocemente a classi sempre più giovani, e di conseguenza sviluppano programmi educativi adatti a tutte le età. Noi crediamo che tutti i ragazzi siano in grado di confrontarsi e conoscere la storia della Shoah con un approccio appropriato alla loro età. Un programma educativo adatto deve essere creato per ogni gruppo di età in modo di permettere lo studio di diversi aspetti della storia umana di quell’epoca. Questo processo contribuirà all’interiorizzazione di quei valori e, si spera, alla costruzione di una identità morale individuale ed infine ad una società più giusta. L’incontro dello studente con il passato e con i suoi dilemmi etici sarà interiorizzato negli anni e contribuirà a formare la sua identità ed etica personale.
L’approccio interdisciplinare
Lo studio della Shoah come esperienza umana si estende oltre i confini della disciplina storica. Mostrando l’aspetto umano della Shoah, vengono compresi aspetti dello spirito umano che vanno inseriti nel processo di apprendimento. Essi includono l’arte, la letteratura e la filosofia la cui conoscenza dell’epoca ci permette di comprendere ed analizzare meglio la psiche umana, non desumibile sempre dal solo studio dei documenti storici.
I Giusti tra le Nazioni
La Shoah è stato l’evento storico nel quale si è manifestata quell’estrema capacità umana di distruzione ed annientamento dell’uomo verso i suoi simili. Al tempo stesso però, è stato anche l’evento storico che ha fatto risaltare i maggiori atti umani di coraggio ed altruismo. La coesistenza di questi due aspetti opposti dello spirito umano deve rappresentare un costante monito nelle nostre scelte etiche e nel nostro comportamento. La consapevolezza dell’importanza delle azioni coraggiose dei “salvatori” – Giusti tra le Nazioni – è espressa da ciò che decise una legge israeliana che permise la creazione dello Yad Vashem circa 50 anni fa. Dall’epoca della sua costituzione, il nostro Istituto ha avuto come compito quello di localizzare, identificare e dare il giusto riconoscimento ai salvatori. Circa 20.000 persone tra uomini e donne che rischiarono la propria vita per salvare ebrei innocenti, sono stati riconosciuti come Giusti tra le Nazioni. Inconfutabilmente le loro storie rappresentano un prezioso ed efficace strumento educativo, e questo sforzo nel riconoscere i Giusti è unico al mondo.
Conclusione
Gli insegnanti che desiderano trasmettere ai loro studenti i valori di questo importante capitolo della storia umana devono prima intraprendere loro stessi un percorso didattico, al fine di costruire un saldo bagaglio di conoscenze. Dopo aver acquisito le informazioni necessarie e dopo essersi sentiti pronti ad occuparsi di questo tema, è nostro compito quello di presentare loro vari approcci di come insegnare la Shoah. I metodi didattici e il materiale pedagogico del nostro Istituto, forniranno agli insegnanti strumenti preziosi per insegnare la Shoah alle giovani menti del 21mo secolo.