Margherita Anzolin
(pagina a cura di Anna Brunello)
Margherita Anzolin nacque il 26 giugno 1899 a Schio (Vicenza), da Giovanni Anzolin e Anna Rossetto.
Ebbe un’istruzione limitata, dato che si fermò alla 4^ classe delle scuole elementari. Era residente e domiciliata a Vicenza, dove lavorava come operaia. Sposò Ulderico Marinucci, domiciliato a Spoleto, ma si separò nel 1921 per incompatibilità di carattere; ciò la portò a convivere con la madre, inabile per l’età, nella casa posseduta dalla stessa.
Era di carattere chiuso. Fu definita dagli agenti del governo fascista di dubbia moralità, anche a causa dei suoi contatti con elementi comunisti.
Come riporta il comunicato redatto dalla Prefettura di Vicenza il 16 febbraio 1937, destinato al Casellario politico centrale (Ministero dell’Interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione affari generali), visto il 21 febbraio 1937 e archiviato il 26 febbraio 1937, «nel corso di indagine al fine di identificare i responsabili di manifestazioni sovversive verificatesi nella zona di Schio e cioè scritte antifasciste nel gabinetto di decenza del lanificio Rossi di Torrebelvicino – diffusione di pezzi di carta con scritte sovversive in Pieve e Torrebelvicino – furono ricondotti indizi a carico dell’operaia Anzolin Margherita fu Giovanni». Il suo domicilio fu quindi perquisito il 7 novembre 1936. Fu la prima volta che la donna creò sospetti rispetto alla sua linea politica.
All’interno della sua abitazione furono trovate
- una fotografia di Giacomo Matteotti
- una fotografia dei comunisti scledensi Pontarin Giuseppe e Dalla Costa Antonio
- una fotografia del comunista Dalla Costa con autografata
- un foglio con frasi inneggianti al socialismo scritte da Margherita Anzolin.
Alla richiesta di spiegazioni, disse di «essere ignara del possesso della fotografia di Matteotti, di aver ricevuto la fotografia del Pontarin e del Dalla Costa Antonio dal cugino di costui Dalla Costa Guerrino, […] il quale sapeva che costui era stato il suo amante».
Come riportato nel medesimo documento, «il 4 dicembre l’Anzolin scrisse al fratello detenuto per l’espiazione della pena di anni 12 e giorni 10 […] una lettera», nella quale sottolineò la condizione di disoccupazione e l’infelicità che la circondava, riflettendo come nessuno pensasse a chi necessitava del pane, e concludendo il suo pensiero con la speranza che in primavera «si aprirà qualche strada, […], qualcosa di grande» e che per la formazione di un nuovo ordine era necessario prima affrontare il caos. Alle domande degli agenti sul motivo di quella lettera rispose che fu originata dalle sue tristi condizioni familiari.
Il 30 dicembre 1936 fu redatta una nota informativa (protocollata con il numero 015924) sulla possibile esistenza di qualche condanna di confino (o dell’esistenza di motivazioni per farlo) per Margherita Anzolin. Il 5 gennaio 1937 il Ministero dell’Interno – prima sezione della Direzione Generale della P.S., Divisione Affari Generali e Riservati – inoltrò la richiesta di informazioni tramite telegramma (n 501), firmato a nome del ministro degli interni Bocchino, al Casellario Politico Centrale (P.C.C.) e all’Ufficio Confino Politico al fine di poter condividere i risultati con la Prefettura di Vicenza.
Il 10 gennaio 1937 (XV°) il P.C.C. prese visione della richiesta creando un protocollo sull’argomento (n. 441/053263) che venne approvato l’11 gennaio 1937. Il 12 gennaio del medesimo anno, il PCC dichiarò l’assenza di precedenti penali politici per Margherita Anzolin. Il protocollo venne archiviato nel Casellario Politico Centrale il 1 febbraio 1937 con il codice 005712.
Il 4 febbraio del 1937 la Commissione Provinciale di Vicenza l’assegnò, tramite ordinanza, al confino a Grottole, Matera per un periodo di 3 anni (con termine ultimo, salvo interruzioni, il 26 novembre 1939) etichettandola come socialista – possibile antifascista . L’ordine venne firmato dal capo della prima sezione prima il 13 febbraio 1937 (XV°) e timbrato dal Casellario Politico Centrale il 17 febbraio. Il 19 febbraio 1937 il promemoria per la prima sezione riguardante il confino politico assegnato a Margherita Anzolin fu protocollato con il codice identificativo 010669.
Il 13 febbraio 1937 l’Ufficio Confino preparò la sua scheda identificativa comprendente luogo e data di nascita, genitorialità, residenza, domicilio, professione e schedandola come antifascista. Presentava anche una descrizione fisica della donna: alta 1,60 m, corporatura regolare, capelli e occhi castani, viso di forma ovale e rugoso, fronte regolare, naso aquilino e leggermente lungo, bocca regolare e, come segno speciale, venne indicata la dentatura guasta, accompagnate da 2 fotografie di Margherita, una di profilo e una di fronte.
Gli avvenimenti che la portarono al confino sono riassunti nel documento redatto dalla Prefettura di Vicenza il 16 febbraio 1937, in riferimento al protocollo 01690 preparato dal Gabinetto della stessa, destinato al Ministro dell’Interno -direzione generale della Pubblica Sicurezza e Divisione Affari Generali del Casellario Politico – e successivamente timbrato dal Casellario Politico Centrale il 21 febbraio 1937 e archiviato il 26 febbraio 1937 con il codice identificativo 012360.
Il 22 febbraio 1937 con il protocollo n. 10669/126298 del Ministero dell’Interno- Direzione Generale della P.S.- destinato alla Prefettura viene segnalata come sovversiva.
In onore della nascita S.A.R. Principe Vittorio Emanuele, fu disposto il proscioglimento condizionale del confino di Margherita Anzolin il 31 marzo 1937 tramite un comunicato proveniente dal Ministero dell’Interno, timbrato dal PCC il 7 aprile 1937 e archiviato con il codice 24293.
In riferimento al protocollo 126248, il Ministero dell’Interno – Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, divisione A.G.R., prima sezione – il 10 febbraio 1942, tramite un comunicato ufficiale, ordinò la revisione del Casellario Politico Centrale rispetto alla situazione di Margherita Anzolin alla Prefettura di Vicenza, non essendoci più state altre segnalazioni dal 16 febbraio 1937 (protocollo 4201690), chiedendo quali comportamenti avesse mantenuto la confinata nel lasso di tempo dall’ultima segnalazione ed eventuali proposte sulla situazione. Il comunicato venne copiato il 14 febbraio del 1942 e archiviato nel Casellario Politico Centrale nel febbraio del 1942 con il codice identificativo 06349.
Il 6 marzo 1942 il Gabinetto della Prefettura rispose (protocollo n. 01357) affermando che la donna «ha sempre serbato buona condotta in genere e non ha dato rilievi di sorta sulla sua condotta politica», non svolgendo attività contraria al regime ma non volle iscriversi al Partito Nazionale Fascista. Proposero comunque di radiarla dal novero dei sovversivi.
Il documento venne consegnato il 10 marzo 1942 al ministero e il 14 marzo 1942 venne archiviato dal Casellario politico centrale.
Margherita Anzolin venne ufficialmente radiata dal novero dei sovversivi il 16 marzo 1942 in seguito ad un comunicato ufficiale di risposta del Ministero dell’Interno (Direzione Generale della P.S., divisione A.G.R.).
Fonte
Acs, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981), Divisione affari generali e riservati. Uffici dipendenti dalla sezione prima (1894-1945), Casellario politico centrale 1894-1945, Fascicoli personali 1894.1945, b. 165, f. Anzolin Margherita.