Famiglia Reichenbach

Famiglia Reichenbach

 

La seguente ricostruzione si basa sui documenti presenti nell’Archivio di Stato di Padova (fondo Questura, b. 47, f. Reichenbach) che coprono gli anni che vanno dal 1938 al 1943.

 

  • 20 dicembre 1938

La Prefettura di Padova scrive alla Questura di Padova relativamente al RDL 17 novembre 1938 n. 1728:

Il signor Reichenbach prof. Giulio fu Leopoldo di razza ebraica, qui domiciliato in via A. Cavalletto n° I ha presentata domanda tendente ad ottenere per sé, la moglie Oreffice Adriana Margherita e per i figli Gustavo e Adolfo l’applicazione dell’art. 14 del R. D. Legge 17 novembre scorso, n° 1728, portante provvedimenti per la difesa della razza italiana. Pregovi pertanto volermi far tenere d’urgenza informazioni circa la condotta morale civile e politica dei predetti (da estendersi agli ascendenti fino al secondo grado), riferendo su tutto ciò che possa tornare a favore o contro l’accoglimento dell’istanza ed esprimendo, altresì, il Vostro motivato parere sulla opportunità o meno di far luogo alla invocata concessione.

  • 9 gennaio 1939

Il questore risponde al prefetto (appunti a mano – copiati il 12 gennaio 1939):

Il prof. Reichenbach Giulio fu Leopoldo e fu Rocca Ida, nato a Verona il 18.11.1886, qui residente da circa 14 anni ed abitante in via Alberto Cavalletto 1, già insegnante di scuole medie, recentemente depennato dall’insegnamento, perché ebreo, risulta di buona condotta morale e politica, di modeste condizioni economiche ed iscritto al Partito dal 31.12.1932. Non ha prestato servizio militare, essendo stato riformato per deficienza toracica ed affetto da sensibile sordità. All’inizio della guerra europea chiese invano di essere chiamato alle armi ma durante tutto il periodo della guerra esplicò attiva propaganda per la resistenza civile e fu segretario della sezione di Lovara (?), dov’egli ancora insegnava, dell’Unione Generale Insegnanti Italiani per la guerra nazionale. Nel 1931 fu inviato ad Oslo dal Ministero degli Affari Esteri per un corso di Lettere, di lingua e di letteratura italiana presso quella università rimanendovi per circa 5 (?) anni. Per il modo brillante col quale assolse l’incarico si meritò l’elogio della nostra Autorità consolare e fu insignito di onorificenze cavalleresche da parte del Governo Italiano e di quello della Norvegia. Egli ha sempre seguito con sincera ammirazione il movimento fascista tanto che nel 1923 avendo rivolto al Duce un suo cenno di ammirazione, fu onorato di biglietto di ringraziamento da parte di S. E. il Capo del Governo. Suo padre, deceduto molti anni or sono, fu un benemerito insegnante di scuole media mentre i di lui nonni paterno e materno erano modesti commercianti ed erano … da devoti sentimenti di italianità. Convive con la moglie Oreffice Adriana Margherita fu Fausto e di De Benedetti Alice, nata a Padova il 2.9.1896 casalinga e con due figlie: Ida Alice e Gustavo Adolfo, nati a Padova rispettivamente il 21.4.1929 ed il 3.11.1931 scolari i quali appartengono pure alla razza ebraica. La Oreffice, che è iscritta al Partito dal 18.11.1935, appartiene a famiglia di valorosi combattenti. Suo padre prestò servizio durante la guerra europea col grado di E. Colonnello Medico, suo fratello Max fu volontario nella guerra stessa mentre un suo ultimo fratello, pure volontario, si meritò una medaglia d’argento ed altra di bronzo al valor militare. Ciò premesso si esprime parere favorevole perché la domanda del Reichenbach tendente ad ottenere per sé, per la moglie (…) e per i figli (…) l’applicazione dell’articolo 14 (…), sia presa in considerazione.

  • 23 gennaio 1941

Il Ministero degli Interni (Demorazza, sezione 2) scrive alla Prefettura di Padova in risposta ad una nota del 24.1.1940:

Si trasmette un esposto con cui l’ebreo in oggetto chiede il riesame della sua domanda di discriminazione, respinta come comunicato a codesta Prefettura il 22.1.1940. Si prega riferire in merito, esprimendo, se del caso, nuovo parere.

  • 8 febbraio 1941

Rapporto dell’agente di Pubblica sicurezza Vincenzo Miniero al questore di Padova:

Reichenbach (…), risiede a Padova dal 13.11.1936 (…), proveniente da Verona.

Egli, che appartiene alla razza ebraica, contrasse matrimonio in Venezia il 13.1.1928 con l’ebrea (…) casalinga, dalla quale ebbe i seguenti figli, appartenenti anch’essi alla razza ebraica:

  • Ida, (…)
  • Gustavo, (…)
  • Alberto, nato a Padova il 12.5.1939.

Il Reichenbach e la di lui moglie risultano iscritti al PNF rispettivamente dal 31.12.1932 e 18.11.1938, ma, ambedue furono radiati nell’Anno XVI° in seguito ai noti provvedimenti razziali. Per le stesse ragioni il Reichenbach nel 1938 fu dispensato dall’insegnamento che praticava in questo R. Liceo Tito Livio essendo professore di italiano e latino.

Libero docente d’università, come insegnante godeva fiducia nell’ambiente professionale, date le sue ottime doti culturali, ma come uomo non era ben guardato perché egli ostentava con disinvoltura le sue qualità di ebreo. Ciò è risultato anche dalle informazioni assunte presso il R. Provveditorato agli Studi, ove egli non ha lasciato un buon ricordo.

Il Reichenbach con la moglie risulta appartenere tuttora alla Comunità israelitica, alla quale ha inscritto anche l’ultimo figlio nato nell’anno 1939.

Non si è peraltro, invece, mai curato di iscrivere alle Organizzazioni Giovanili del Regime i figliuoli, neanche quando vigevano le disposizioni razziali in vigore.

Versa in buone condizioni economiche godendo della pensione acquisita durante gli anni d’insegnamento e di un reddito di circa £ 10 mila annue derivante da immobili siti nei Comuni di Verona ed Abano.

  • 8 marzo 1941

Il prefetto di Padova scrive al Ministero degli Interni (risposta a nota del 23.1.1941):

Si restituisce l’unito ricorso, presentato dall’ebreo Reichenbach Giulio fu Leopoldo avverso la decisione dell’apposito commissione di cui alla ministeriale del 22 gennaio 1940 ed informasi che il Reichenbach nell’ambiente scolastico lasciò cattivo ricordo di sé, essendo generalmente noto come egli menasse quasi vanto della propria appartenenza alla razza ebraica, tanto che risulta tuttora iscritto alla Comunità israelitica, dove ha altresì iscritto anche il minore dei suoi figli. Non curò mai, invece, la loro iscrizione alle organizzazioni giovanili del regime, prima dei noti provvedimenti razziali. Esprimesi, pertanto, parere contrario all’accoglimento del ricorso.

  • 4 marzo 1942

Giulio Reichenbach scrive al Ministero degli Interni (Direzione generale di Pubblica sicurezza):

Il sottoscritto, (…), espone quanto segue:

Cittadino italiano di razza ebraica, egli fu per 25 anni professore di letteratura italiana nei R.R. Licei. Per le sue benemerenze professionali e civili meritò di essere iscritto nel Ruolo d’Onore degli Insegnanti medi. Fu poi per tre anni, dal 1931 al 1934, inviato all’estero in missione ufficiale, al termine della quale gli fu conferita una decorazione dal Governo Italiano ed una dallo stato estero (Norvegia) presso il quale aveva svolto la sua opera di diffusore dell’italianità. Possessore di un apparecchio radio, egli se ne serviva per seguire le solenni e grandiose vicende dell’epoca presente  a mezzo delle diffusioni dell’Eiar, nonché per ascoltare le migliori trasmissioni di musica, di cui è appassionatissimo, mentre la moglie sua è buona dilettante di violino. Mai ha captato o cercato di captare stazioni estere, dopo che questo fu vietato dall’autorità.

Tutto ciò premesso, essendogli ora stato ritirato l’apparecchio per disposizioni d’ordine generale, fa istanza perché, in base a quanto sopra esposto, gli venga accordato il permesso di riaverlo, impegnandosi a servirsi di esso anche per l’avvenire, come per il passato, nei modi ed entro i limiti consentiti dalla legge.

In attesa di una risposta che spera favorevole, si rassegna con ossequio

dev.mo

  • 6 marzo 1942

Maresciallo alla Questura di Padova:

Il Reichenbach, (…), chiese la discriminazione (…) e nonostante le benemerenze (…),  non ha finora ottenuto il beneficio richiesto.

Politicamente egli non dà luogo a speciali rilievi tuttavia se si considera che non iscrisse i propri figli alle organizzazioni giovanili quando era possibile e cioè anteriormente alla promulgazione delle leggi razziali, è da ritenersi ch’egli non abbia mai nutrito sinceri sentimenti favorevoli verso il Regime.

Trattandosi poi di persona di elevata cultura, conoscitore perciò di lingue estere, non è dato ritenere ch’egli una volta autorizzato a detenere nella propria abitazione un apparecchio radioricevente, non capti stazioni estere per ascoltare propaganda di stazioni di stati neutri o nemici. Si esprime pertanto parere contrario all’accoglimento della domanda dell’ebreo suddetto tantoppiù che le recenti disposizioni ministeriali non prevedono l’esclusione del beneficio di detenere la radio alle famiglie i cui componenti o tutti di razza ebraica.

  • 13 marzo 1942 (nota interna alla Questura di Padova)

Comunicare all’ebreo Reichenbach Giulio, (…) che la domanda tendente ad ottenere la restituzione dell’apparecchio radio sequestratogli in esecuzione della Circolare teleg. del Ministero dell’Interno del 15.2.1941, ha avuto esito negativo.

  • 16 marzo 1942 (nota interna alla Questura di Padova)

Assicuro di avere comunicato all’ebreo Reichenbach (…), che la sua domanda (…), ha avuto esito negativo.

  • 25 maggio 1942

Il prefetto Vittorelli scrive al questore di Padova:

La sig.ra Adriana Margherita Orefice fin dal dicembre 1938 presentò, unitamente al marito (…), domanda di discriminazione, che non ebbe accoglimento.

Poiché la predetta insiste ora con l’accluso esposto per la concessione del beneficio, richiamandosi ai titoli di benemerenza del di lei nonno paterno Orefice Moisé fu Salomone, si prega di riferire in merito, restituendo gli allegati ed esprimendo motivato parere.

  • 29 maggio 1942

Verbale di denuncia agli effetti dell’ordinanza prefettizia in data 20.5.1942 (n. 2237 Gab.) – Adriana Oreffice:

– Non è discriminata

– È cittadina italiana

– È in condizioni fisiche: deperimento organico. È sotto cura medica da qualche mese

– Sue condizioni famigliari

  1. Economiche: discrete
  2. Di altra natura: madre di tre figli di cui l’ultimo di anni

– Sua capacità lavorativa

  1. Titolo di studio: Scuole elementari
  2. Attitudine professionale: Capacità di cucito e durante la guerra 1915-18 fu assistente volontaria in un gabinetto di radiologia

– Sua professione o mestiere o condizione: Casalinga

– È attualmente occupata: /

– Sua residenza abituale Padova via A. Cavalletto n. 1

  • 11 giugno 1942

Rapporto di Raffaele Evangelista, agente di Pubblica sicurezza:

Oreffice Adriana (…). La Oreffice già iscritta al Partito dal 18.11.1935, appartiene a famiglia di valorosi combattenti, Suo padre prestò servizio durante la guerra europea col grado di Tenente Colonnello Medico, suo fratello Max fu volontario nella stessa guerra, mentre un suo ultimo fratello pure volontario, si meritò una medaglia d’argento ed altra di bronzo al valor militare. Il nonno paterno Oreffice Moisè fu Salmone, nativo di Venezia, fu combattente volontario nella guerra contro gli Austriaci per la difesa di Venezia, dal 1848-1849, facente parte della Prima Legione della Guardia Civica, col grado di Guardia. Inoltre la suddetta svolse opere di bene per i soldati feriti nella guerra 1915-1918. La Oreffice non si è peraltro, invece, mai curata di iscrivere alle Organizzazioni giovanili del Regime i figliuoli, neanche quando non vigevano le Disposizioni Razziali in vigore.

Per quanto la Oreffice fosse stata inscritta al Partito, e se si consideri che non iscrisse i propri figli alla GIL quando era possibile, è da ritenersi che essa non abbia mai nutrito sinceri sentimenti verso il Regime. Si fa presente che il di lei marito Reichenbach (…), nel 1938 fece istanza di discriminazione che il superiore Ministero respingeva, perché nell’ambiente professionista manifestava apertamente le sue qualità di ebreo ed anche perché non lasciò buon ricordo presso il Provveditorato agli studi.

In considerazione di ciò si esprime pertanto parere contrario acché la suddetta possa beneficiare dell’art. 14 R. D, Legge 17 novembre 1938 N° 1728.

  • 18 giugno 1942

La Questura scrive alla Prefettura di Padova:

Nel restituire l’unita istanza diretta al Ministero dell’Interno, con la quale, l’ebrea Orefice Adriana, chiede la revisione della sua posizione razziale ai fini di ottenere la discriminazione, comunicasi che la richiedente ha tre figli tutti appartenenti alla razza ebraica con essi coabitanti (…).

Segue un riassunto di quanto detto nel precedente documento sulla famiglia di Adriana.

Il marito della Orefice Prof. Reichenbach Giulio (…) lasciò nell’ambiente scolastico non buon ricordo di sé, essendo generalmente noto come egli menasse vanto della propria appartenenza alla razza ebraica motivo per cui nel 1937 (?) ne fu respinta la domanda di discriminazione.

Ciò posto, essendo (…) ben note le benemerenze patriottiche dei suoi discendenti e tenendo conto della di lei condotta ed atteggiamento politico, avendo (…) la predetta svolto durante la guerra 1915.1918 (…) di cure in favore dei soldati feriti, si ritiene che possa (?) della discriminazione di cui all’art. 14 RDL 17.11.1938.

  • 23 giugno 1942 

Giulio Reichenbach scrive al questore di Padova:

(…) essi avrebbero entrambi la necessità di trasferirsi, per ragioni di salute, durante il periodo prossimo venturo, in località di montagna, essendo entrambi molto deperiti, come risulta dagli allegati certificati medici rispettivamente del Prof. Vittorio Scimone e del Dott. Cav. Uff. Renato Pianori.

Intenderebbero recarsi a Frassene (Prov. Di Belluno) dove furono già lo scorso anno.

(…) fa altresì presente che, (…), si vedrebbero nella impossibilità di trasferirsi qualora non venisse loro consentito di recar seco i loro bambini, anche questi del resto bisognosi di cura, (…).

Aggiunge, a chiarimento, che, avendo egli fatto in data 10 corr. regolare domanda di trasferimento all’Ufficio annonario Comunale, e avendone ricevuto, senza alcuna difficoltà od obiezione, la prescritta ricevuta di dichiarazione, egli, ritenendosi del tutto a posto colle vigenti disposizioni, aveva già inviato, in data 19 corr., la richiesta caparra al proprietario della Pensione Dolomiti di Frassene, quando inaspettatamente gli pervenne avant’ieri, da parte del predetto Ufficio annonario, domanda di restituzione della già concessa ricevuta, con avvertenza che non gli sarebbe ridata se non in seguito a nulla osta della locale R. Questura.

Ciò premesso, (…) e della località assolutamente appartata e aliena da ogni mondanità, dove intenderebbe soggiornare, il sottoscritto confida che vogliate favorevolmente accogliere la presente istanza, e concedere il vostro necessario autorevole assenso.

  • 22 giugno 1942

Certificato medico del dott. Vittorio Scimone:

Dichiaro di avere da qualche anno in cura il Prof. Reichenbach Giulio fu Leopoldo e di avergli consigliato come necessario, per le sue condizioni di salute (…) un soggiorno estivo in montagna

  • 22 giugno 1942

Certificato medico del dott. Pianori:

Certifico io sottoscritto, medico-chirurgo, che la Sig.ra Adriana (…) presenta segni di notevole deperimento organico, dimostrato da una diminuzione progressiva del peso del corpo che si è in modo particolare accentuata in quest’ultimo biennio tanto da aver perduto oltre 10 kg di peso. (…).

Certifico parimenti che i tre suoi figliuoli – (…) di originaria costituzione debole presentano (…) deperimento spiccato.

Giudico pertanto che madre e figlioli hanno bisogno assoluto di soggiorno prolungato in clima montanino all’altezza di circa 1000 metri.

  • 25 giugno 1942

Il questore di Padova scrive alla Questura di Belluno:

(…) ha qui presentato istanza (…). I predetti risultano di buona condotta morale e politica per cui nulla osta da parte di questo Ufficio.

  • 12 luglio 1942

La Questura di Belluno risponde a quella di Padova:

Nulla osta al soggiorno a Frassené di Voltago (…), purché i motivi di salute siano comprovati e purché non siano soggetti a precettazione civile.

  • 16 luglio 1942

La Questura di Padova scrive alla Questura di Belluno:

Pregasi (…) nulla osta recarsi Frassene (…) cura Prof. Giulio Reichenbach con moglie et tre figli.

  • 4 febbraio 1943

Rapporto di Evangelista, agente di Pubblica sicurezza:

L’ebreo Reichenbach (…), abitante in via San Francesco 75, (…) tre figli (…), iscritti alla comunità israelitica perché di razza e religione ebraica.

Il Reichenbach, nonostante le benemerenze acquistate ed enunciate nella relazione inviata al Superiore Ministro, non ha finora ottenuto il beneficio della discriminazione.

Politicamente egli non dà luogo a speciali rilievi in linea politica, tuttavia se si consideri che non iscrisse i propri figli alle organizzazioni della Gil quando era possibile e ciò anteriormente ai provvedimenti razziali, è da ritenersi come egli non abbia mai nutrito sinceri sentimenti di devozione verso il Regime. Trattandosi poi di persona di elevata cultura, conoscitore di diverse lingue estere è da ritenersi ch’egli una volta autorizzato a detenere nella propria abitazione un apparecchio radio ricevente, non capti stazioni estere per ascoltare propaganda di stati nemici.

Si esprime pertanto parere contrario all’accoglimento della domanda dell’ebreo suddetto significando che le recenti disposizioni ministeriali non prevedono l’estensione del beneficio di detenere la radio alle famiglie i cui componenti sono tutti di razza ebraica.

  • 5 febbraio 1943

Il prefetto di Padova scrive al Ministero dell’Interno:

Per debito d’ufficio si trasmette l’istanza con la quale l’ebreo (…), chiese la restituzione dell’apparecchio radio in quanto affetto da cofosi bilaterale da otosclerosi e bisognevole quindi di massaggio vibratorio a mezzo di ascoltazione prolungata della radio.

Elenca nell’istanza le benemerenze (…).

A parte la certificazione medica, tenuto anche conto che il massaggio vibratorio potrebbe essere effettuato con mezzo diverso dall’ascoltazione radiofonico, si fa presente che il Reichenbach non è neppure discriminato e che è di elevata cultura e conoscitore di lingue estere, è fuor di dubbio che userebbe l’apparecchio radio per captare stazioni nemiche ed ascoltare la propaganda.

Si esprime pertanto parere contrario all’accoglimento dell’istanza.

  • 11 aprile 1943

Il Ministero degli Interni (a firma di Salvatore Rosa) scrive alla Prefettura di Padova:

(…), si comunica che non si ritiene opportuno che al nominato in oggetto sia restituito l’apparecchio radio, per difetto di eccezionali benemerenze.

  • 2 giugno 1943

Certificato del dott. Vittorio Scimone:

(…), date le sue condizioni di salute, si reca per mio consiglio in montagna per un lungo soggiorno.

  • 2 giugno 1943

Certificato del dott. Pianori:

Certifico quanto segue:

  1. (…) Oreffice (…), da vari mesi presenta note cliniche di (…) e notevole deperimento organico ribelli alle cure che sistematicamente le furono prodigate.
  2. Che Reichenbach Ida, (…), presenta segni di anemia spiccata in periodo di prepubertà.
  3. Che Reichenbach Gustavo, (…), di originaria costituzione non robusta è profondamente anemico (…).

Certifico parimenti che, per le surriferite condizioni di infermità la Sig.ra Margherita (…) e i figli (…) necessitano di un prolungato soggiorno montanino per almeno due mesi ad un’altezza di circa 1000 m.

  • 8 giugno 1943

Giulio Reichenbach scrive al questore di Padova, allegando dei certificati medici:

Il sottoscritto, (…), chiede la autorizzazione a potersi recare nei mesi prossimi di luglio e agosto a Siusi, prov. di Bolzano, dove abiterà in casa privata di proprietà di un suo cognato ariano. (…).

  • 13 giugno 1943

Il questore di Padova scrive a quello di Bolzano:

Il prof. (…) ha chiesto di poter soggiornare (…). Pregasi comunicare se nulla osti da parte di codesto Ufficio.

  • 21 giugno 1943

La Questura di Bolzano scrive a quella di Padova:

(…) si prega di far conoscere la cittadinanza della persona in oggetto e la razza alla quale appartiene la medesima.

  • 28 giugno 1943

La questura di Padova risponde a quella di Bolzano:

(…) è cittadino italiano di razza ebraica.

  • 12 luglio 1943

La Questura di Bolzano scrive a quella di Padova:

L’ebreo in oggetto, in base alle recenti disposizioni ministeriali, non può recarsi a Siusi, perché tutti i comuni della provincia di Bolzano sono militarmente importanti, ad eccezione di Merano che è località di lusso.

  • 25 luglio 1943

Rapporto del brigadiere Bianco:

Al Reichenbach non è stato possibile avvertirlo del contenuto della lettera di Bolzano, perché assente con tutta la famiglia. Gli abitanti del vicinato non sanno ove si trovi attualmente.

  • 22 dicembre 1943 (data timbro per la copiatura agli atti: 27.12.1943)

Ordine della Questura di Padova – Minuta telegramma ai Questori Italia Centrale Settentrionale e Compagnia Carabinieri Padova Este:

014419 punto Formula prima ebreo Reichenbach Giulio (…) et figli Ida (…) Gustavo (…) partito per ignota destinazione punto Questore Agugliaro

A quel punto i Reichenbach erano fuggiti. Messisi in contatto con Torquato Fraccon, amico di vecchia data di Giulio Reichenbach, riuscirono a salvarsi arrivando in Svizzera proprio grazie al suo aiuto.

 

Fonti

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