Le pietre di inciampo a Vicenza

Le pietre di inciampo a Vicenza

Nella città di Vicenza sono state posizionate 6 pietre d’inciampo.

Le prime due risalgono al 25 giugno 2021 e sono state dedicate a due ebrei arrestati e deportati ad Auschwitz: Guido Orvieto e sua moglie Angelina Caivano.

Il 27 gennaio 2023, grazie al lavoro dell’Istrevi, sono state poste 4 stolpersteine per ricordare altrettanti deportati politici deceduti nel campo di Mauthausen: Torquato Fraccon, il figlio Franco, Carlo Crico e Piero Franco.

 

Guido Orvieto e Angelina Caivano

Orvieto e Caivano sono legati al destino degli altri ebrei arrestati nell’autunno-inverno 1943-1944, concentrati nel campo di concentramento provinciale di Tonezza del Cimone o in altre strutture. Consegnati alle SS il 30 gennaio 1944, furono caricati sul treno merci diretto ad Auschwitz.

Guido Fortunato, figlio di Felice e Luisa Regina Cava, nacque a Pisa il 07.09.1893. Angelina Caivano nacque invece a Firenze il 29.09.1893 dall’unione di Cesare e Ida. I due si erano sposati nel capoluogo toscano nel 1921. Già presenti a Verona, dove vivevano dei parenti di Angelina, si trasferirono a Vicenza nel 1936.

Abitavano in via San Francesco 80, ma le pietre di inciampo sono state posizionate in corso Palladio 84 dove avevano un negozio di merceria e lingerie (all’epoca segnalato in via Ettore Muti, 82 e confiscato nel 1944). Relativamente al periodo precedente all’arresto e alla deportazione, non ci sono molti documenti se non il riferimento alla loro precettazione al lavoro nel luglio del 1942. [1]

Secondo il libro di Liliana Picciotto [2] e il database del CDEC, Guido fu arrestato a Verona il 31 dicembre 1943 (nel mese di gennaio del 1944 secondo il libro), mentre Angelina fu arrestata a Padova il 30 gennaio 1944. Tali dati, anche se legati a situazioni verosimili, suscitano dei dubbi, essendo molto più probabile che i due siano stati arrestati insieme, lo stesso giorno, a Vicenza, città in cui furono detenuti e da cui poi furono deportati.

A proposito della detenzione, ne Il libro della memoria risulta che Angelina fu condotta nel carcere di Vicenza prima della deportazione, avvenuta da Verona lo stesso 30 gennaio 1944. Per Guido, invece, manca il luogo di detenzione, mentre viene confermata la deportazione dalla città scaligera. Infine, per entrambi, viene indicato il  31 dicembre 1944 come data della morte avvenuta in “luogo ignoto”.

Per risolvere la questione possiamo far riferimento a due documenti in cui vengono riportati i nomi degli ebrei arrestati in precedenza e consegnati alle SS. Nel primo è riportato il teatro Olimpico come luogo di detenzione di 8 ebrei, tra cui Guido e Angelina; nel secondo i nomi non cambiano, ma questa volta viene indicato il teatro Eretenio. [3]

In ogni caso, la conclusione è che Orvieto e Caivano furono arrestati proprio nei giorni in cui si andava preparando il convoglio a Milano. Portati all’Eretenio e non a Tonezza del Cimone, proprio perché arrestati all’ultimo momento, aspettarono la fatidica decisione del Capo della provincia di Vicenza, Neos Dinale, che diede l’ordine di acconsentire alla richiesta delle SS di deportare gli ebrei caduti nelle retate gestite dalle forze italiane.

Il riferimento alla deportazione da Verona non è errato se pensiamo che il treno, preparato sul noto binario 21 della stazione centrale di Milano, passò da Verona dove furono caricati gli ebrei arrestati nel Vicentino.

 

Note

[1] MI, DGDR (Direzione Generale della Demografia e della Razza), Aff. div. (1938-1945), b. 17, f. II 19. Precettazione civile degli ebrei a scopo di lavoro, s. f. 95 Vicenza.

[2] Liliana Picciotto, Libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Mursia, Milano 2002 (2^ ed.), p. 167 (Caivano Angelina) e p. 479 (Orvieto Guido Fortunato).

[3] Sulla questione dell’uso dei due teatri come luogo di detenzione, si rimanda alla relativa pagina.

Le foto delle pietre di inciampo sono tratte da Wikipedia. Il servizio di Antenna 3, andato in onda in occasione della posa delle pietre di inciampo, è visibile qui.

————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

Torquato e Franco Fraccon

Torquato e Franco erano nati rispettivamente a Pontecchio Polesine (Rovigo) e a Rovigo. Funzionario di banca il primo, studente di Medicina il secondo, vivevano con il resto della famiglia in strada della Commenda a Vicenza. Furono arrestati a Vicenza per aver dato rifugio all’estero a ebrei e ricercati e giunsero a Mauthausen come prigionieri politici tra l’11 e il 12 gennaio 1945. Vi rimasero in quarantena fino al 13 febbraio per poi essere portati prima nel sottocampo di Eisenerz (fino al 24 febbraio) e poi in quello di Pegau (fino all’8-10 aprile 1945) dove svolsero l’attività di manovali, per poi tornare a Mauthausen dove morirono. Torquato si spense l’8 maggio, Franco quattro giorni prima. A Franco Fraccon nel 1950 l’Università di Padova conferì la laurea honoris causa. Alla memoria dei Fraccon è intitolata la scuola primaria Fraccon di Vicenza.

Per approfondire la storia di Torquato Fraccon clicca qui, mentre per Franco Fraccon clicca qui. 

————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

Carlo Crico

Carlo Giuseppe Cesare nacque il 12.11.1902 a Vicenza dall’unione di Lorenzo Umberto e Sofia Ponti. Era farmacista. Rimasto vedovo, viveva con le figlie accanto alla farmacia al Redentore che gestiva in piazza delle Erbe.

Mentre studiava, fu chiamato alla leva. Era il 12.10.1921. Dichiarato abile e arruolato, il 19.11.1921 fu posto alla ferma di tre mesi in quanto figlio unico di madre vedova. Fu poi dispensato dal compiere la ferma e collocato in congedo illimitato (ai sensi della circolare 432 G. M. 1923) il 12.07.1923. Il 12.10.1930 si presentò alla chiamata di controllo indetta con la circolare di quello stesso anno. Dopo la guerra fu considerato come arruolato volontario nell’esercito per aver fatto parte delle formazioni partigiane.

Antifascista, amico dei Fraccon, fu ospitato con Neri Pozza nella loro villa in strada della Commenda per proteggersi dai bombardamenti. Venne arrestato per aver collaborato con i Fraccon nel prestare aiuto agli ebrei e alle formazioni partigiane.

Fece parte della brigata Argiuna della divisione Vicenza dal 1°.10.1944. al 06.03.1945 in qualità di partigiano combattente (caduto). Fu deportato a Mauthausen l’11.01.1945 dove morì il 07.03.1945.

Il nome di Carlo Crico compare su un elenco conservato agli Arolsen Archives. Datato 12 gennaio 1945 e intitolato “Lista degli accessi dall’11 gennaio 1945”, il documento elenca 501 detenuti entrati nel campo di Mauthausen.

Di questi, 481 erano italiani (“schutzaft”), suddivisi tra prigionieri non malati e quelli che lo erano. Nel primo caso furono indicati 448 prigionieri e al numero 125 è visibile il nome di Carlo associato alla matricola 115461. Altri documenti indicano la data e la causa ufficiale della sua morte: “infezione polmonare”.

Fonti

————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

Piero Franco

Piero Franco, nato il 17.08.1921 a Vicenza, figlio di Fabrizio (fu Francesco, nato a Vicenza il 07.12.1878, domiciliato a Vicenza in via San Bastiano 5) e di Maria Monza. Viveva in contrà porta Santa Lucia 44.

Piero aveva frequentato il Liceo Ginnasio parificato “Filippin” di Paderno del Grappa e sostenne gli esami di maturità nella sessione estiva del 1941 presso il Liceo Ginnasio Flaminio di Vittorio Veneto.

Soldato di leva del distretto di Vicenza, nell’anno 1939-1940 frequentò il primo anno del corso premilitare. Fu lasciato in congedo illimitato il 24.06.1940. Il 3 dicembre 1940 da Paderno scrisse al Ministero della Guerra per chiedere di rinviare il servizio militare per motivi di studio.

Fu poi chiamato il 14.01.1941 ai sensi della circolare 879 G. M. 1940.

 

Al 12 gennaio 1942 risale una lettera di Piero al domandante del Distretto militare di Vicenza.

Io sottoscritto Piero Franco della classe 1921, precettato per il giorno 18 gennaio p. v., chiedo vivamente di poter essere assegnato al corpo degli Alpini. Sarebbe per me un doppio onore poter servire la Patria in detto corpo dato che un mio zio offrì la sua vita cogli Alpini sul M. Ortigara nella guerra 1915-18. Le tradizioni non si smentiscono. A confermare la mia domanda faccio presente che per essermi spesso dedicato ad attività sportiva, so ben sciare e rocciare. Prego vivamente di prendere in considerazione la mia domanda, onde io possa portare orgogliosamente la penna invitta.

Giunto il 18.01.1942, il giorno dopo si unì al IX Reggimento Alpini, battaglione di Vicenza. Il 25.05.1942 ottenne la promozione a caporale. Cinque giorni dopo si trovava mobilitato presso il Comando del Reggimento, ma il 06.08 cessò di essere mobilitato.

Dall’11.08 fu inviato al V Reggimento Alpini per frequentare il 4° corso addestramento A. U. C. presso il 62° Battaglione istruzione di Merano. Il 15.08 fu destinato al comando del 62° Reggimento Istruzione.

Il 20.12 diventò sergente. Quello stesso giorno fu inviato in licenza illimitata in base alla circolare 1086 C. A. 20 del 05.12.1942, ma contestualmente cessò di essere mobilitato perché trasferito al Comando Truppe al Deposito 5° Alpini. Rientrato dalla licenza il 22.01.1942, tornò al Deposito 5° Alpini. Al 22.01.1943 lo troviamo nella scuola Allievi Ufficiali di complemento Alpini a Bassan del Grappa per frequentare il corso A. U. C. in base alla circolare 701 G. M. 1912.

Nel frattempo (il 30 dicembre 1942) si era iscritto a Bologna alla Facoltà di Agraria.

Fu membro dell’esercito repubblicano dal 1°.06.1944 al 07.09.1944. Si presentò al servizio militare per evitare problemi al padre (primo segretario della Banca d’Italia) e alle sorelle. Da ottobre a dicembre del 1943 fu così al servizio del Comitato militare di Vicenza.

Da Gorizia, dove si trovava con il IX Reggimento Alpini – Divisione Julia, fuggì verso casa. Partigiano, fece parte dal 1°.01.1944 della brigata Argiuna della divisione Vicenza. Da gennaio a novembre del 1944 svolse attività di collegamento tra il Comando Provinciale e le formazioni dislocate sui monti del Vicentino e sui Berici.

Fu arrestato nel novembre 1944 (altrove è indicata la data del 06.09.1944) Bassano del Grappa da parte delle SS (altrove è indicato anche l’UPI). Condotto nel carcere di San Biagio, fu poi deportato a Mauthausen l’11.01.1945 (insieme ai Fraccon, a Crico, a Massignan e a Peroni). Lì fu sfruttato come manovale. Morì l’08.04.1945 per deperimento e sevizie.

Nei primi anni dopo la guerra su alcuni documenti risultava morto a Bolzano il 27.03.1945, un dato che fu successivamente corretto.

Il 20 giugno 1950 Paolo Zecca, il colonnello a capo dell’Ufficio Ricerche dispersi e Stato Civile (direzione Generale Leva Sottufficiali e Truppa del Ministero della Difesa – Esercito), invitò il reduce Michele Peroni a redigere una dichiarazione sul decesso del sottotenente Piero Franco. Purtroppo tra i documenti non ci sono ulteriori riscontri.

Il 16.06.1954 l’Università di Bologna gli conferì, su richiesta dei genitori, la laurea ad honorem. La cerimonia ufficiale si svolse nell’aula magna dell’Università di Bologna nel pomeriggio del 15.10.1955. Il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, alla presenza del rettore Felice Battaglia, consegnò la pergamena della laurea ad honorem alla madre di Piero nel decennale della Resistenza.

 

Documenti tratti dagli Arolsen Archives: https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1442699.

 

 

 

 

Fonti

Translate »