La ricerca di campi di concentramento in provincia di Vicenza
L’11 agosto 1941, con circolare telegrafica n° 60662/442, il Ministero dell’Interno invitò gli Ispettorati Generali di Pubblica Sicurezza ad attivarsi nella ricerca di luoghi da adibire a campi di concentramento per internati della Dalmazia.
L’8 settembre 1941 giunse anche la risposta della Prefettura di Vicenza e furono individuati dei luoghi in diversi comuni della provincia: Dueville, Lugo e Lonigo.
Passò del tempo, i luoghi indicati nel 1941 non erano più disponibili. Nel frattempo le necessità della guerra e l’internamento di centinaia di ebrei avevano reso difficile il reperimento di luoghi adattabili a campi di concentramento, eppure nel febbraio 1943, dopo una nuova circolare del Ministero del 22 gennaio, la Prefettura di Vicenza individuò altri luoghi a Dueville e a Sandrigo.
La RSI e l’ordine di polizia n. 5 del 30 novembre 1943
Il 20 dicembre 1943 fu aperto il campo a Tonezza del Cimone, usando i locali della Colonia “Umberto I”. Nonostante tale passo e i 70 posti ancora liberi nella Colonia, come comunicato diverse volte al Ministero, la ricerca di altri stabili da trasformare in campi di concentramento continuò.
Nello stesso periodo giunsero al Ministero notizie sulla possibilità di adibire a campi alcuni edifici di Enego. Nello stesso mese di dicembre il Ministero si informò con urgenza sulla situazione.
Il 7 gennaio 1944, in risposta ad una richiesta del 2, partì un’urgentissima da Valdagno dove aveva sede, a seguito della nascita della Repubblica di Salò e del trasferimento a nord dei Ministeri, la Direzione Generale di Pubblica Sicurezza e l’annesso Ufficio Internati Stranieri. Lì lavoravano Giovanni Padellaro, direttore della sezione addetta agli stranieri, e Alberto Tagliavia, che aveva il compito di coordinare l’internamento.
Nel comunicato si rendeva noto delle ricerche effettuate ad Enego ed in particolare della possibilità di utilizzare la casa del maestro, detta anche Villa Adua, e la Villa S. Antonio, oltre all’Albergo San Marco e all’Albergo 3 Pini. Il documento è interessante anche per il richiamo esplicito al campo di Tonezza e al fatto che vi si trovavano internati 44 ebrei e che c’erano altri posti disponibili.