Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Campo di concentramento di Vo’ Vecchio

Campo di concentramento di Vo’ Vecchio

Vo’ Vecchio, nel comune di Vo’ Euganeo, è tristemente famoso per aver ospitato, nella villa Venier, dal 3 dicembre 1943 alla metà di luglio del 1944, un vero e proprio campo di raccolta per gli ebrei del padovano e del rodigino, che furono poi deportati ad Auschwitz: vi erano internate, al momento della deportazione, 47 persone, ma si raggiunsero punte anche di 60- 70 unità.

 

Guidati da una spia, tale Grini, i tedeschi s’insediarono a Vo’ Vecchio il 17 luglio del 1944, in una villa già appartenuta a Mario Pozzato; in poche ore controllarono il numero degli ebrei, li obbligarono a consegnare gli effetti personali e li fecero partire.
Il parroco dell’epoca, don Giuseppe Rasia, scrisse un’importante testimonianza della vita nel campo (oggi conservata presso l’Archivio parrocchiale di Vo’ Vecchio):
Il primo gruppo arrivò qui alle quattro pomeridiane del 3 dicembre 1943. Uomini e donne chiusi in una corriera sottochiave. Una signora anziana fu portata di peso fino al penultimo piano. Con loro arrivò anche un camion di paglia. Furono fatti dei sacconi e sistemati tutti per quella notte al piano terreno sul pavimento freddo ed umido. (…) Il comandante del campo era un commissario di pubblica sicurezza. Un brigadiere e quattro carabinieri formavano il corpo di guardia. Per poche settimane il commissario fu un uomo rigido, poi fu sostituito da un altro più umano e comprensivo.
Ecco la descrizione dello smantellamento di villa Venier:

Partirono con niente, portando solo quello che avevano addosso. Attorno alle cinque su due camion, uno per gli uomini e uno per le donne, alcune sedute, altre in piedi, uscirono dalla villa. All’appello mancava un uomo, era andato a Padova per curare i denti, tornò in tempo da essere deportato. L’ufficiale incaricato per l’operazione disse al comandante del campo: «Se costui non torna, lei prende il suo posto».

Lo stesso giorno, gli ebrei internati a Vo’ arrivarono a Padova sotto scorta tedesca. Le donne furono rinchiuse nel carcere dei Paolotti di via Belzoni, gli uomini nella casa di pena di piazza Castello. Ne uscirono, con ogni probabilità, la sera del 19 per essere portati a Trieste, alla Risiera di San Sabba, e poi ad Auschwitz. Quando i russi il 27 gennaio 1945 liberarono Auschwitz solo tre donne di Vo’ erano ancora vive: Bruna Namias, Ester Hammer Sabbadini e la figlia Silva. Emma e Anna Zevi di Este erano state invece eliminate fin dal loro arrivo (oggi le ricorda una lapide in marmo nel cimitero di Este).

 

 

Gli ebrei deportati

ANCONA ADAHAMMER ESTERLORENT GELTRUDE
ANCONA IRMAHAMMER LAZZAROMORESCO IDA
ASCOLI EMMAHELLER SAMUELENAMIAS BRUNA
BASSANI GEMMAJACCHIA ANSELMOOREFICE EMMA
BELAAR ELISAJACCHIA ERCOLEPARENZO ITALO
BINDEFELD CLARAJACCHIA IDAPESARO ADA
BINDEFELD SIGISMONDOJACCHIA PASQUAROTHSCHILD ELSA
COEN OSCARKAPPER EVARUDOL CATERINA
COEN SACERDOTI EUGENIOKAPPER GUSTAVOSABBADINI ELIO
DINA AMALIAKAPPER PIETROSABBADINI SYLVA
D‘ITALIA GIOVANNALEVI ADASULLAM GISELLA
FRANCO BRUNOLEVI ALVISESUPINO TERESA
FRANCO ENZOLEVI AUGUSTOVALABREGA EVELINA
FRIEDER FRIDALEVI MARCOVALABREGA UMBERTO
GESESS ELIALEVI MARIOZEVI ANNA
GESESS SARALEVI MINZI AUGUSTO

 

Dati riepilogativi

  • Apertura campo: 03 dicembre 1943
  • Chiusura campo: 17 luglio 1944
  • Ebrei deportati dal campo: 47
  • Data partenza per Auschwitz: 31.07.1944
  • Numero convoglio: 33T
  • Data arrivo ad Auschwitz: 03.08.1944
  • Ebrei sopravvissuti: 3
  • Percentuale sopravvissuti: 6,38%

 

 

Bibliografia

  • Brandes, Francesca (a cura di), Veneto. Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte, Marsilio, Venezia 1995. Per Vo’ si vedano le pagine 182-183 da cui sono stati tratti i testi di questa sezione.
  • Selmin, Francesco (a cura di), Da Este ad Auschwitz : Storia degli Ebrei di Este e del campo di concentramento di Vo’, Cooperativa “Giordano Bruno” Editrice, Este 1987. Ricerca coordinata da Francesco Selmin presso l’I.T.I.S. Euganeo di Este.
  • Selmin, Francesco, Verso Auschwitz, Cierre Edizioni, Sommacampagna (VR) 2006
  • Selmin, Francesco, Nessun giusto per Eva, Cierre Edizioni, Sommacampagna (VR) 2011
Translate »